Il Ponte del Mare – la cui icona l’ISAd ha adottato come logo – è divenuto in pochissimi mesi il simbolo visibile e tangibile dell’aspirazione dei pescaresi a ritrovarsi in un comune luogo identitario. Lo straordinario successo che quest’opera, da qualcuno a suo tempo vivacemente contestata, ha riscosso non solo tra i residenti della città adriatica ma anche presso gli abitanti dell’intera area metropolitana, è il segno manifesto della viva esigenza delle nostre popolazioni di oltrepassare le vecchie barriere innalzate dai particolarismi e dalle antiche rivalità (si ricordi la novella dannunziana “La guerra del ponte”…). Elevandosi alla confluenza tra mare e fiume, proteso ad unire le due riviere, il Ponte del Mare simboleggia uno spazio che può dilatarsi a dismisura, fino ad abbracciare le comunità che vivono sull’altra sponda; è l’icona di un’identità adriatica che va riscoperta e valorizzata.
Altro luogo-simbolo dell’identità adriatica di Pescara e dell’Abruzzo costiero è la motonave Tiziano. Il vecchio traghetto sul quale per tanti anni si sono incrociati i percorsi dei viaggiatori dell’una e dell’altra sponda è oggi di proprietà della compagnia croata Jadrolinija e, ormai inutilizzabile per i lunghi tragitti, giace abbandonato nel molo di Ancona. L’idea dell’ISAd è di riportarlo a Pescara (l’impegno finanziario non sarebbe troppo gravoso) per riproporne la specifica funzione identitaria. Ancorata nello specchio d’acqua antistante la spiaggia pescarese, o utilizzata per mini-crociere sulla costa, la Tiziano potrebbe essere riconvertita in hotel, ristorante, bar, luogo di vacanza e di svago, e/o diventare la sede galleggiante di una Casa della cultura dove organizzare periodicamente eventi che sarebbero di sicura risonanza. Alla stessa stregua del nuovissimo Ponte del Mare, la vecchia motonave darebbe grande visibilità alla dimensione “adriatica” di Pescara e delle altre città costiere, diventando segno di un passato pronto a proiettarsi verso il futuro.
Tra i progetti più innovativi che l’ISAd sottopone alle istituzioni per rilanciare il profilo culturale di Pescara e dell’intero Abruzzo (con significative ricadute sul turismo di qualità), riveste un’importanza primaria quello che mira alla valorizzazione del Museo del Mare Guglielmo Pepe. Il progetto, elaborato in tutti i suoi dettagli dal prof. Braccesi, s’ispira ad una formula originale sia nella tematica che nell’allestimento. Partendo dalla constatazione che in nessuna città del versante occidentale esiste un “Museo storico dell’Adriatico”, si propone la creazione di uno spazio che “narri” la storia del nostro mare attraverso oggetti, voci, suoni, ricostruzioni materiali e virtuali e pannelli bilingui. I temi alla base dell’allestimento sarebbero svariati: l’eredità storica tra le due sponde dall’età antica ai tempi moderni, i miti di ieri e di oggi, le rotte di navigazione e l’evoluzione della nautica, la pirateria, la storia della pesca e delle tradizioni popolari, D’Annunzio e l’Adriatico, l’universo archeologico sommerso (con la storia dei più celebri naufragi), etc. Oltre che della collaborazione con vari centri di ricerca, il progetto si avvarrebbe del contributo della Soprintendenza del Mare di Venezia, del nucleo operativo ARCHEOMAR (Ministero dei Beni Culturali), nonché delle accademie nazionali croate, montenegrine e albanesi. Come momento preparatorio alla realizzazione del progetto, si proporrebbe alla cittadinanza una serie di conferenze-spettacolo sui temi oggetto dell’allestimento museale.
Prendendo atto che la nostra regione, al contrario di quanto è già avvenuto per tutte le altre regioni rivierasche italiane, si è finora mostrata insensibile nel promuovere la conoscenza e la valorizzazione dei relitti sommersi nelle acque antistanti le proprie coste, l’ISAd intende far proprio il progetto, elaborato dal dott. Loreto Macrini in collaborazione con il compianto prof. Luciano Russi, di redarre un “Atlante Archeologico Marino dell’Abruzzo” (con l’ovvio coinvolgimento delle autorità competenti). Nonostante le molte segnalazioni raccolte e i casuali rinvenimenti di oggetti antichi, la ricerca in mare davanti alle nostre coste non è infatti mai stata eseguita, mentre ne potrebbero scaturire scoperte anche rilevanti, utili a ricostruire i contatti, gli scambi commerciali e persino alcune rotte finora solo ipotizzate nei tragitti della colonizzazione in Adriatico. Si tratta di un progetto complesso ma fondamentale per supplire alle lacune della conoscenza storico-archeologica del mare abruzzese e contribuire all’avanzamento della ricerca scientifica. Per la sua realizzazione, avendo già a disposizione un mezzo navale idoneo (il peschereccio “Santa Rosa” di proprietà del dott. Macrini), è necessario dotarsi dei più moderni strumenti di esplorazione marina (tra cui il R.O.V. “Prometeo”).
Oltre ai progetti fortemente innovativi appena esposti, il programma tracciato dall’Istituto per gli Studi Adriatici si pone su una linea di continuità con le iniziative della Fondazione Giammarco, prevedendo cicli di seminari e conferenze, l’organizzazione dei tradizionali Convegni interadriatici e rilevanti attività editoriali, tra cui la pubblicazione della rivista bilingue “Adriatico/Jadran” e della collana “Adrìas” (Roma, L’Erma di Bretschneider)