I Poeti e l’Adriatico

Luciano De Angelis

Luciano De Angelis è nato a L’Aquila nel 1932; vive a Pescara dove esercita la professione medica.
Scrive, con lo pseudonimo Dedalus, recensioni e articoli di critica letteraria.
Ha pubblicato quattro romanzi: “Un anno particolare” (prima edizione 2000; seconda edizione 2001; edizione in lingua inglese nel 2006 con il titolo “ThatOnePeculiarYear“), “Nebbia fitta” (2002), “Lampi di luce nel buio” (2005) e “Nel labirinto” (prima edizione 2009; seconda edizione 2010). E inoltre sei raccolte di poesie: “Frammenti di memoria” (2001), “Solo” (2002), “Abracadabra” (2003), “d’altro Canto” (2007), “Consonanze e Dissonanze del vivere” (2012) e “Nel vento della sera” (2015).
Assieme a Cinzia Donatelli Noble, ha scritto e pubblicato nel 2007 il saggio: “Incontri con la poesia italiana del Novecento”, adottato dalla facoltà di Letteratura italiana della Brigham Young University di Provo, Utah (USA) dove, nel 2004, è stato invitato a tenere una serie di lezioni e letture poetiche.
Nel 2009 ha pubblicato la raccolta di filastrocche: “Lapescopasqua“.
Ha vinto – tra gli altri – con la raccolta d’altro Canto, il premio internazionale di poesia “Città di Penne” nel 2008 e il premio internazionale di poesia “Giuseppe Sunseri” (Trabia, Pa) nel 2010, Ha vinto inoltre, con la raccolta “Nel vento della sera”, il premio internazionale di poesia “Poseidonia-Paestum” nel 2016. 

previous arrow
Slide

Le voci del mare

ll senso della storia

dalla silloge SOLO (2000-2001), il diario poetico dell’anno più doloroso della mia vita

Tiepida,
dopo il fortunale notturno,
è l’acqua.

Al largo
mi lascio trascinare
dalla corrente
come un vecchio tronco
alla deriva.

Ecco
s’acquieta l’onda
e piano tra i miei rami
spumeggia.

sciàc
sciàc
clap
pliùp pliùp

Sfilano lontano
solitari,
sull’arenile umido ancora
di pioggia,
rossigialliverdiblu
gli ombrelloni
mentre
nel cielo terso
nuvole vagabonde come i miei pensieri
si rincorrono.

Questo è il mio mare
e quella è la mia terra
dove
le mie radici affondano.

A riva
il riso biondoceruleo di Francesco
mi attende
e
lo sguardo severo di Andrea,
a me tanto simile.

In loro mi riconosco
e ci accomuna il presente
e
le passate stagioni
e
l’avvenire.

Si placa
assieme all’onda
l’anima.

Solo
questo senso della continuità
mi dà forza e speranza,
solo
il sentimento
di appartenenza ad una stessa storia.

Solo
negli occhi dei miei bimbi
vedo l’eterno,
solo
nel loro sorriso mi sento
immortale.

Slide

Il topos della mia poesia è sempre stato il tentativo di analisi del mondo interiore alla ricerca di una risposta agli interrogativi esistenziali. Ma la poesia non può essere solo ripiegamento interiore: può, deve essere anche impegno civile.

Il sonno della ragione genera mostri
dalla silloge ABRACADABRA del 2003


Verde oggi
è l’Adriatico selvaggio
verde
come la bile
oggi

Nuoto a lente bracciate
nuoto e sogno
limpida l’acqua
sogno
della mia giovinezza

Sul fondo
in una trasparente illusione
vedo sul fondo
ancora bionda la sabbia
ondulata
come la chioma bionda
ondulata
di una fanciulla

Nuoto
e vischiosa si aggrappa al mio corpo
si aggrappa
come le squame ad un rettile
la mucillagine

Schiuma giallo di rabbia e vomita
il mare
osceni veli di plastica
il mare
ferito a morte

Riemergo sulla riva
trasformato
in una evanescente idra marina

La metamorfosi è iniziata
Il sonno della ragione
genera mostri

next arrow
Shadow