
Intorno alla metà degli anni ’50, Giammarco entra in contatto con la scuola glottologica e dialettologica fondata a Pisa da Clemente Merlo e proseguita da Tristano Bolelli, inaugurando così la sua poderosa attività scientifica nell’ambito della linguistica e della dialettologia abruzzese. Innestandosi sull’autorevole tradizione di studi sui dialetti della regione avviati tra fine ‘800 e inizi ‘900 da D’Ovidio, Finamore, Savini, De Lollis, Anelli e Merlo – studi fondamentali, ma pur sempre limitati a ristrette zone geografiche -, con l’aiuto di alcuni valorosi collaboratori e armato di registratore Giammarco comincia sistematicamente a percorrere – ogni estate, e in tutti i momenti liberi dal lavoro – paesi e contrade d’Abruzzo, raccogliendo dalla viva voce dei parlanti un’immensa mole di termini ed espressioni dialettali. Porta avanti così un’impresa immane e mai tentata di ricerca sul campo, con spogli di prima mano condotti su ben 650 punti d’indagine. Suo scopo è di preservare l’intero patrimonio linguistico della regione, destinato a scomparire di fronte all’uso ormai prevalente della lingua nazionale, e di dare sistemazione scientifica agli studi precedenti. Incoraggiato da maestri della Glottologia italiana quali Clemente Merlo, Gino Bottiglioni, Carlo Battisti, Giacomo Devoto, ben consci dell’importanza delle sue ricerche, lo studioso abruzzese comincia a pubblicare i risultati delle sue indagini: il primo studio, Dialetti d’Abruzzo, viene presentato al VII Congresso Nazionale delle Tradizioni popolari ed accolto negli Atti pubblicati nel 1958 dalla prestigiosa casa editrice fiorentina di Leo Olschki. Nello stesso anno escono le due edizioni del Manuale ortografico dei dialetti abruzzesi, rispettivamente con prefazioni di Gino Bottiglioni e Luigi Illuminati. Si tratta di un volumetto storico, perché vi si trova finalmente codificata sul piano scientifico la corretta grafia dei dialetti abruzzesi-molisani. Mentre si dedica alla ricerca linguistica, Giammarco esplora anche i vari aspetti della cultura regionale; pubblica così un’Antologia dei poeti dialettali abruzzesi dal ‘300 ai nostri giorni e una raccolta di Novelle sacre, curata in collaborazione con lo studioso di tradizioni popolari p. Donatangelo Lupinetti. Nel 1960 esce la fondamentale Grammatica delle parlate d’Abruzzo e Molise, con prefazione di Clemente Merlo.