La famiglia d’origine

Tipico esempio di famiglia patriarcale, i Giammarco contano, oltre al padre Ernesto (chiamato dai compaesani “Ernestino”) e alla madre Aurelia Monaco, tredici tra fratelli e sorelle, alcuni dei quali morti in giovane età; altri, nel corso degli anni, emigrano, stabilendosi in Francia o nelle Americhe. Donna virtuosa e sensibile, premurosa verso il prossimo, Aurelia influisce positivamente sulla formazione spirituale del figlio, trasmettendogli sentimenti di sincera religiosità cristiana. Nella casa di via Garibaldi, in contrada San Rocco, ella incarna in silenzio il ruolo di sposa e madre esemplare, vigilando con amorevole discrezione sulla famiglia, sempre trepidante per la sorte della prole sparsa in varie parti del mondo. Ernestino, a sua volta, interpreta impeccabilmente la sua parte di padre-padrone, esercitando sui congiunti un potere autoritario e dispotico. In gioventù, inviato in Etiopia per la missione coloniale italiana, si era reso tra l’altro protagonista di un memorabile episodio durante la battaglia di Adua, il 1° marzo 1896: profilandosi la disfatta delle nostre truppe di fronte ai 100.000 abissini del negus Menelik, il generale Baratieri aveva affidato proprio a lui l’incarico di portare in salvo la gloriosa bandiera italiana, cosa che gli consentì anche di scampare a morte sicura.