In questo periodo inizia anche il lungo e fecondissimo rapporto di collaborazione con l’insigne latinista e accademico dei Lincei Ettore Paratore, di origine teatina: rapporto decisivo per il
rilancio culturale dell’Abruzzo sul piano nazionale, in tempi in cui dominano inerzia e provincialismo. Nel 1963 esce la prima annata della rivista “Abruzzo” diretta da Ettore Paratore; ne sono
capo-redattori Ernesto Giammarco e Valerio Cianfarani (Soprintendente alle Antichità dell’Abruzzo e del Molise); la redazione è ubicata in Pescara, nella centralissima piazza I maggio, dove abita
Giammarco, il quale di fatto curerà personalmente tutte le pubblicazioni della rivista fino alla metà degli anni ’80. Sui primi due numeri di “Abruzzo” appaiono, tra gli altri, contributi di
Giuseppe Spataro (“L’Abruzzo di oggi e di domani”), Giulio Carlo Argan, Ugo Spirito, Guglielmo Matthiae, Paolo Toschi. Il terzo numero (settembre-dicembre 1963) è interamente dedicato a
D’Annunzio, nella ricorrenza del I centenario della nascita. Nel febbraio 1964, Giammarco è tra i Soci fondatori dell’Istituto di Studi Abruzzesi, che ha come scopo “la diffusione della
conoscenza dell’Abruzzo e delle opere dei grandi abruzzesi”, e ne diventa subito vice-presidente. Dell’ISA faranno parte anche esponenti della cultura pescarese quali Edoardo Tiboni, Ermanno
Circeo, Giovanni Iannucci, Giuseppino Mincione.
Ormai pienamente inserito nell’ambito della linguistica nazionale (il suo Lessico dei termini geografici dialettali dell’Abruzzo e del Molise, edito nel 1960, viene presentato al VII Convegno
Internazionale di Scienze Onomastiche e Toponomastiche di Firenze, riscuotendo grandi consensi), nei primi anni ’60 Giammarco è invitato da Carlo Battisti, Presidente del Comitato per l’Atlante
Linguistico Mediterraneo, a svolgere il primo progetto di ricerca sulla terminologia marinaresca della costa adriatica, che dovrà fungere da modello per le successive indagini dell’ALM.
Dimostrando “doti non comuni di organizzazione scientifica”, lo studioso sviluppa il progetto iniziale, delimitato a soli 3 centri di ricerca, estendendo la sua inchiesta all’intera costa
dell’Abruzzo e del Molise. Nasce così l’esemplare monografia Lessico marinaresco abruzzese e molisano, pubblicata in due puntate nel Bollettino dell’ALM e edita in volume nel 1963 nei “Quaderni
dell’Archivio Linguistico Veneto”. Ponendo inoltre al servizio della città in cui risiede il prestigio di cui gode presso gli ambienti scientifici nazionali, Giammarco riesce a far svolgere a
Pescara il I Congresso dell’Atlante Linguistico Mediterraneo, attivandosi anche per l’istituzione del Museo Ittico pescarese e di un Museo Marinaresco Adriatico a Ortona.
Nel 1964, come unico dialettologo abruzzese, partecipa al Convegno per la preparazione della Carta dei Dialetti Italiani, presentando un prospetto di classificazione delle parlate d’Abruzzo e Molise, e nel 1965 riceve l’incarico di registrare e trascrivere foneticamente per la Discoteca di Stato la parabola del “Figliol prodigo” in ben 110 parlate abruzzesi e molisane, aggiungendo 3 versioni in albanese e 2 in slavo. Intanto, mentre lavora al grande progetto del Dizionario dei dialetti abruzzesi e molisani, non tralascia di approfondire gli aspetti più vari della cultura e della letteratura regionale, scrivendo numerosi saggi che appaiono puntualmente su “Abruzzo” (Bibliografia).